Il ferro

Il ferro è un minerale che è presente nell’organismo in piccole quantità (così come in piccole quantità si trova in tutti i tessuti animali e vegetali).

Nonostante questo minerale sia presente nel nostro organismo in dosi modeste, svolge importantissime funzioni. Il ferro si lega infatti a due importanti proteine, l’emoglobina nei globuli rossi che permette il trasporto dell’ossigeno a tutti i tessuti e la mioglobina che fissa l’ossigeno nei muscoli, permettendo l’ossigenazione di tutti i tessuti e organi dell’organismo.

Inoltre, il ferro svolge anche delle importanti funzioni “di riserva”: si accumula infatti in organi come fegato, milza e midollo osseo ed è pronto per essere utilizzato in caso di improvviso aumento del fabbisogno da parte dell’organismo (ad esempio in caso di emorragia). Il ferro partecipa infine all’attività di molti enzimi e alla produzione di ormoni e tessuto connettivo.

Diversi sono i cibi ricchi di questo microelemento, soprattutto fegato, carne, pesce, tuorlo d’uovo. Tra i vegetali ne sono buona fonte le verdure a foglia verde scuro (ad esempio gli spinaci), i legumi, la frutta secca e il cioccolato.

È però da tenere presente che la forma di ferro presente negli alimenti di origine vegetale e nelle uova è meno assorbibile rispetto a quella dei cibi di origine animale.

È bene inoltre ricordare che l’acido citrico e la vitamina C aiutano a fissare il ferro: per aumentarne l’assorbimento è quindi consigliabile, ad esempio, aggiungere limone su carne, pesce e verdure.

Il fabbisogno di ferro varia a seconda dell’età, del sesso, e aumenta in caso di gravidanza e allattamento. Se, infatti, il fabbisogno di un bambino si aggira intorno ai 7-9 mg giornalieri, un uomo adulto necessita di 10/12 milligrammi al giorno e una donna di circa 18 mg, soprattutto se allatta. Per la gestante il fabbisogno sale invece a 30 mg al giorno.

La principale conseguenza della carenza di ferro è l’anemia, condizione caratterizzata dalla riduzione dei globuli rossi nel sangue e dalla conseguente limitata capacità del sangue di ossigenare organi e tessuti.

L’anemia può risultare a sua volta caratterizzata da stanchezza, disturbi gastrointestinali, difficoltà di memoria e concentrazione, riduzione delle difese immunitarie e problemi di termoregolazione. In gravidanza la carenza di ferro può comportare l’aumento del rischio di parto prematuro e basso peso alla nascita.

Le carenze di ferro sono sovente dovute o a una dieta in cui la carne è scarsa o assente (vegetariani) o a un consumo elevato di cereali, specie se integrali, che possono ostacolare l’assorbimento di questo elemento.

È facile riscontrare carenze anche nelle donne che hanno un mestruo particolarmente abbondante e in quelle in gravidanza e che hanno partorito di recente.

A rischio sono anche i neonati prematuri e i lattanti, dato che il latte materno è povero di ferro. E gli alcolisti.

Diverse malattie, come l’insufficienza renale, la malattia di Crohn, la tubercolosi, l’infarto e alcuni tumori possono facilmente provocare un deficit di ferro.

Il ferro stimola il soggetto e accresce la motivazione personale attraverso l’aumento del dinamismo, della costanza, della volontà, dello spirito di affermazione e dell’entusiasmo.

Il ferro infonde calma e sicurezza, libera la coscienza dalle preoccupazioni e permette all’individuo di riflettere con mente aperta. In mancanza di ferro si possono verificare casi di depressione.

La terapia marziale consiste nella prescrizione da parte di medici di farmaci contenenti ferro per specifiche esigenze terapeutiche, soprattutto in caso di anemia sideropenica, ma anche nel caso di varie patologie.

Il ferro è presente in diversi integratori alimentari acquistabili senza obbligo di ricetta come anche in alcuni nutrienti che si assumono con la dieta alimentare. Come tutti i nutrienti integrabili il ferro non deve essere assunto come sostituto di una dieta equilibrata e deve essere assunto solo su prescrizione del medico.

La terapia marziale per via endovenosa è una opzione terapeutica di scelta nel caso di anemie ferrocarenziali che non possano essere adeguatamente corrette mediante il ricorso alla terapia per os. 

La terapia marziale si è visto, negli ultimi anni, essere importante anche nella gestione e nella terapia della Sindrome da fatica cronica, in Gravidanza, nel post partum, nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, nell’ insufficienza cardiaca cronica, nell’ insufficienza renale cronica, nell’anemia preoperatoria, nella sindrome delle gambe senza riposo, nei pazienti geritrici e in oncologia. 

Perchè somministrare ferro endovena ? Chiaramente il dosaggio del ferro in vena sale velocemente e viene ad attuarsi la terapia narziale piu’ velocemente e quindi si arriva piu’ velocemente ad una risoluzione della patologia, e quindi il ferro somministrato per via endovenosa solitamente consente un rapido incremento dei livelli emoglobinici ed un ripristino delle scorte di ferro.

Nella sindrome da fatica cronica l’introduzione di ferro endovena cura la stanchezza e spossatezza, lo stato depressivo, i disturbi della memoria, la difficoltà di concentrazione, ed i disturbi del sonno. 

Chiaramente il ferro è importante nel trattamento dell’anemia sideropenica in gravdianza, dove il fabbisogno di ferro puo’ aumentare fino a 10 volte in gravidanza, dove la carenza di ferro potrebbe causare ritardo nella crescita e nascita prematura del bambino. Nel post partum l’80% delle donne allatano di piu’ con il ferro intravenoso e soprattutto si hanno meno casi di depressione post partum. Il 45% dei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali soffre di carenza di ferro. Possibili cause sono ad esempio il malassorbimento dovuto ad una mucosa intestinale infiammata, delle emorraggie intestinali croniche, oppure una dieta povera in ferro. 

Il 55% dei pazienti con insufficienza cardiaca cronica, presenta una carenza di ferro. Essa puo’ anche peggiorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca cronica perchè il ferro agisce a livello mitocondriale nella muscolatura del cuore. 

Anche l’insufficienza renale cronica, aumenta l’anemia e quindi la carenza di ferro. 

Chiaramente in caso di un intervento in elezione, con un’anemia, l’apporto di ferro endovenoso è preferibile nella preparazione dell’intervento. 

Nella sindrome delle gambe senza riposo, che interessa fino al 5% della popolazione, soprattutto dopo i 65 anni, spesso è causata dalla carenza di ferro. E soprattutto nella persona matura ed anziana, la carenza di ferro puo’ portare ad una alterazione delle funzioni cognitive, ad una qualità della vita ridotta, ad una mortalità due volte piu’ elevata, ad una maggiore fragilità, ad una morbilità ridotta, ad una densità ossea ridotta, ad un maggiore rischio di fratture. 

Infine spesso nei pazienti oncologici si presenta una carenza di ferro : anche in questi pazienti con carenza di ferro si ha una funzione cognitiva ridotta, disturbi psichici, stanchezza, prestazioni fisiche ridotte.

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